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Asia “Luna” (26/12/1999 – 11/2/2000)

AsiaEra una normale mattina dell’11 Febbraio 2000, era un venerdì, era stata una notte dura, la piccola Asia non mi aveva fatto dormire, anzi era strana, erano le 9 del mattino, e non aveva ancora fatto la pappa.
Ero contento, Asia, la nostra secondogenita la volevamo, ed era arrivata senza problemi, con un parto naturale dopo un parto cesareo, Setareh era contentissima, arrivava la sorellina. Era nata con la neve, il 26-12-1999.

Ero anche stravolto, era stata una notte dura, come quelle che solo un papà o una mamma possono capire!

Asia nei giorni precedenti aveva avuto un pò di febbre, sudava, e la sera prima era sbiancata un attimo, velocissimo, per non essere genitori apprensivi ci dicemmo, sarà il freddo, siamo sicuri di quello che abbiamo visto?

Quanto questo particolare poi avrei pagato con sensi di colpa….

Quella mattina volevo prenderla e portarla dai miei colleghi di lavoro, per fargli vedere questo batuffolo, particolarissimo, faceva già ciao ciao con la manina e tentava di camminare, e stava bene, cresceva bene, e non aveva nessun problema.

Erano le 9 e tutto taceva, strano come mai?

Vado a vedere, nella cullina, e subito mi accorgo che qualcosa non va, Asia non si muove, non respira, non reagisce, devo reagire, che sta succedendo, ASIA… è ancora calda, anzi sudata… c’è un rigurgito …. che cos’è’?

Urlo (non mi ricordo che cosa ODDIO credo) corro con Asia in braccio, CHIAMATE IL 118 L. CHIAMA IL 118, non respira, la lingua mi pare rigida, Asia non c’è più questo è il primo pensiero, trovo un piano di appoggio (non so dove) e provo a fargli la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco.

L. dice che correvo per le stanze, ma io non me ne ricordo…

Seta (la nostra prima figlia) urla, piange, almeno credo, io ero troppo concentrato sul tentare di rianimare Asia, anche se dentro di me sapevo che era inutile Asia se ne era andata.

Al telefono intanto mi dicono di stare calmo mi chiedono che succede, ma credo che in quel momento c’era in me una sensazione di incredulità, nel frattempo arriva un medico, poi un’altro (o un’infermiere due, boh) mi prendono Asia, controllano velocemente la casa, ci chiedono cos’è’ successo… chi lo sa…

Poi la portano in ospedale, dopo averla intubata, dove dopo un inutile elettrocardiogramma, viene constatato il decesso.

E se fosse stato un film? Una puntata di E.R.?

C’è voluto un po’ per capire cosa fosse accaduto, prima la sensazione, poi il rifiuto, poi di fronte all’obitorio la certezza Asia se n’era andata.

Ma per comprendere veramente quello che era accaduto sarebbe passato del tempo.

Setareh, la nostra prima figlia non so che cosa avesse capito in quel momento, e non so cosa avrebbe capito.

So che grazie ad un amico, ad una ostetrica, a L… la facemmo partecipare al funerale, sappiamo per certo oggi che quella fu una buona scelta.

Poi è dovuto passare tempo prima che il cervello riprendesse a funzionare, e riuscissi a pensare a quanto accaduto.

Asia è ufficialmente deceduta per arresto cardio-circolatorio, non esisteva ne un codice ISTAT ne un protocollo per “catalogare” correttamente quanto accaduto, e di SIDS si parlava poco, anzi quasi nulla.

O forse era meglio non parlarne.

Eppure alle mamme in gravidanza si raccomandavano tutti i test possibili, perchè non raccomandare anche quelle semplici cose che possono salvare una vita, come la posizione nel sonno, la temperatura e il coprire poco i bimbi?

In Italia il bimbo va coperto, e io da buon papà avevo regalato un coordinato con piumino, quanti pentimenti…. quanti sensi di colpa mi hanno regalato questo regalo.

Eppure era il regalo ad una vita che arrivava, ad una figlia che doveva essere il sogno di ogni papà (e mamma)

Per un caso di quelli strani, qualche giorno dopo la morte di Asia telefono in ufficio, ad Angela, una mia collega che inizia ad urlare…. e non so ne come ne quando lei mi dice che conosce un altro collega che ha salvato il figlio da una fine simile. Entriamo in contatto così con l’associazione.

La prima telefonata è di un pazzo scatenato, che ci telefona da Firenze, e che ci parla e ci racconta quello che gli è accaduto a lui.

E inizia il lento ma necessario cammino dell’elaborazione del lutto.

Di Lorenzo, mi ricorderò sempre queste parole “Quando sento qualche famiglia, quando uso il mio tempo per l’associazione è come se stessi giocando con mio figlio”, ecco perchè oggi sono qui.

È vero, i papà hanno bisogno di fare, di costruire, non possono solo ricordare, almeno la maggior parte, molti altri non reggono al dolore del ricordo e tentano di dimenticare, ma poi torna tutto su, in un rigurgito che può uccidere.

Le mamme no, almeno all’inizio, poi anche loro possono “dimenticare” , affogando i loro ricordi o “fare”, chi con la religione chi con i credo, chi con l’associazione.

Mio papà è morto quando avevo 20 anni, anzi 21, un freddo dicembre del 1985, ero appena tornato da militare per una licenza, e ho detto a mio papà “dai, ci vediamo domani sera, stasera esco con i miei amici”….

Non l’ho più rivisto.

Asia se ne è andata in inverno, ed è nata in inverno, non ha mai visto il mare.

Per uno che abita a Torino, circondato da montagne e colline è poi uno strano pensiero, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente.

La prima perdita è stata una ragazza, anzi una ragazzina, Daniela, 15 o 16 anni, non ricordo, prima c’era poi non c’era più.

E quando se ne è andato mio nonno, prima ancora, io ero piccolo, ma penso ancora a quel momento, c’era il telegiornale e non dicevano nulla di mio nonno.

Con Asia è stato completamente diverso, non era qualcosa che poteva accadere, era qualcosa che NON DOVEVA accadere, non era nell’ordine delle cose, non era possibile non era pensabile, ma è accaduto.

Penso che è vero questo “detto” trovato in un sito SIDS e sempre presente nella mia mente. (http://www.faqs.org/faqs/misc-kids/sids/):

When you lose a parent, you lose your past.
When you lose a spouse, you lose your present.
When you lose a child, you lose your future.

E questo è il “reader’s digest” del lutto, la differenza che divide chi perde un nonno/a, una moglie/marito da un figlio/a.

Quando perdi un figlio è tutto molto diverso.

Credi di essere dio, poter donare e controllare la vita perchè sei un papà, e invece sei un cretino qualsiasi, che non ha nessun diritto di decidere della vita, della tua, figuriamoci di quella degli altri, e solo in questo momento te ne rendi conto

Sei un papà, non è la prima volta. Credi di essere il migliore, tuo figlio sarà il migliore e continui ad essere un cretino qualsiasi, pure incapace, questo pensi quando ti scontri con la dura realtà statisticamente improbabile ma possibile.

E dunque ti alzi per cosa? per chi? perchè?

Noi un motivo l’avevamo, Setareh.

Oggi di Asia mi rimane poco, quanto poco è stata con noi, il suo “profumo” di bebè, il suo ciao ciao con la manina, forse un presagio, il suo saltare puntando con i piedini, e i suoi capelli neri, come erano i miei, neri e ispidi come un porcospino.

O le sue poche foto, scoperte per caso nel rullino della mia praktica.

E poi tutto il resto, e forse un miracolo…

Non mi ritengo cattolico e forse anche non credente, però di santi ne ho tirati giù dal paradiso in quel momento, credo uno squadrone!!!

E la prima cosa che ho poi detto, passato un pò di tempo “ne voglio due” … L mi ha preso per pazzo, e magari lo sono davvero!

Il 29 dicembre 2000, non senza problemi nascevano Armel e Azadeh, ma questa è un’altra storia….

Leo 30/10/06

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